Andare al ristorante a New York City alle sei del pomeriggio
Dicono che "6 is the new 8" e io, come tutti i convertiti dell'ultima ora, sono diventata una fanatica della cena presto.
Dei ristoranti newyorkesi amo tutto, dal modo in cui sono illuminati (cioè poco, si mangia quasi al buio) al rumore (tanto) al fatto che praticamente tutti hanno il bancone bar che fa tanto film, ma che è soprattutto il posto dove - se siete soli - potete mangiare facendo tranquillamente conversazione con qualcuno perché al bancone del bar c’è SEMPRE qualcuno che attacca bottone. E non sto parlando di essere abbordati: sto proprio parlando di fare conversazione con sconosciuti nel modo più superficiale e asessuato possibile, una abilità in cui gli americani sono campioni. Ho ricordi bellissimi di vigilie di Natale trascorse da sola al ristorante, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Sì, perché l’altra cosa che mi piace dei ristoranti newyorkesi è che c’è sempre gente, in qualsiasi giorno dell’anno e a qualsiasi ora del giorno. La passione per i ristoranti è una delle cose che io e Dan abbiamo in comune: anzi, lui più di me. Lui è uno di quelli che divora le pagine del New York Times alla ricerca dei nuovi locali che hanno appena aperto in città, leggendone avidamente le recensioni. È uno che sa tutto, è sempre aggiornato, per cui a parte casi particolari, è lui a decidere. Il problema, all’inizio della nostra relazione, è stato sull’orario. Per me, italianissima, era da sfigati - o da ammalati - sedersi a tavola prima delle 8.30. Per lui, americanissimo, la cena alle 7 era la normalità. “Da noi a quell’ora mangi solo se sei ricoverato in ospedale”, gli dicevo sperando di convincerlo e puntando sul fatto che provasse vergogna. Lui ribatteva citandomi studi para scientifici che sostenevano quanto facesse bene mangiare l’ultimo pasto della giornata almeno quattro ore prima di andare a dormire. Quasi dieci anni dopo non ho difficoltà ad ammettere che sono io quella che si è convertita e oggi sono una sostenitrice convinta della cena presto, talvolta persino alle sei. La conversione, a dire la verità, è arrivata per necessità: per rispettare gli orari di Ella - quest’anno va a dormire alle 8.30, l’anno scorso andava alle 7.30 - abbiamo dovuto adeguarci. Oggi non è neanche più uno sforzo e anzi il problema è opposto: quando andiamo in vacanza in Italia, alle 7.30 siamo i primi, con i camerieri che non si sono ancora cambiati e sono in abiti civili invece che con la divisa (giuro, è capitato a Milano).
In realtà se siete stati in vacanza negli Usa vi sarete resi conto che qui non è così strano, perché qui è tutto spostato in avanti: ci si sveglia presto, si va in palestra presto, si pranza presto e di conseguenze si cena prima. E si manda anche i bambini a letto prima (ma questo lo trattiamo in un’altra newsletter). New York in questo senso è sempre stata particolare: perché è una città cosmopolita, perché ci sono i dopo teatro, perché c’è un vita notturna degna di questo nome. A New York - pur essendoci gente sempre, anche alle 5 del pomeriggio, visto che sono sempre aperti - i ristoranti soprattutto di una certa fascia si riempivano verso le 8 di sera, più o meno come in Europa. Questo fino alla pandemia, che a quanto pare ha stravolto le abitudini. Come infatti è stato scritto un po’ ovunque, “6 is the new 8” come dicono qui, ovvero le sei sono le nuove otto. Dati alla mano, il NYT ha dimostrato che se prima il picco delle richieste di prenotazioni nei ristoranti era tra le 8 e le 8.30, ora è tra le 6 e le 6.30. La principale ragione di tale slittamento di orario è nei postumi della pandemia: a New York tantissimi lavoratori fanno la settimana corta, ovvero vanno in ufficio dal martedì al giovedì e il resto lavorano da casa, tanto che la percentuale di occupazione degli uffici è ancora ferma intorno al 50% (e pare non salirà). Lavorando più a lungo da casa, con il confine tra la vita lavorativa e quella privata sempre più sottile e a volte quasi inesistente, le persone avrebbero bisogno di strutturarsi in qualche modo e di darsi un segno evidente che la giornata lavorativa è conclusa e che possono lasciare la loro casa diventata ufficio. In altre parole: la cena presto sarebbe dettata dal fatto che non ce la fanno più a stare a casa, vogliono spezzare la giornata. “Non è che la gente vuole necessariamente cenare alle 5”, ha detto sempre al New York Times Margot Finn, che studia le abitudini alimentari presso l’Università del Michigan. “È che vogliono essere da qualche altra parte”. L’altro motivo è che i ristoranti sono ancora con poco staff o per lo meno con meno rispetto a quello prima della pandemia nel senso che non hanno riassunto tutte le persone che avevano prima e avendo meno staff fanno meno turni e chiudono prima. Quale che sia il motivo, è indubbio che qualcosa è cambiato. Certo, molto dipende dai quartieri, ma in generale è vero che ora anche alle 6.30 non è scontato trovare posto. L’altra cosa da sapere dei ristoranti newyorkesi infatti è che bisogna sempre prenotare. A volte anche come largo anticipo. Io lo consiglio a tutti: se venite in vacanza e c’è un locale in cui tenete andare, prenotare per tempo. Le app più usate qui si chiamano OpenTable e Resy ma anche una vecchia telefonata va bene lo stesso. Durante la pandemia molti ristoranti hanno chiuso, ma altri hanno aperto. Se volete essere sempre aggiornati la sezione Food del NYT è sempre super aggiornata (è quella che legge religiosamente Dan).
L’altra eredità della pandemia è l’outdoor dining ovvero mangiare all’aperto, una pratica non così comunque per New York. Iniziato nel giugno 2020, è stato uno dei programmi che ha salvato l’industria della ristorazione (si parla di 100 mila posti di lavoro). Badate bene: con Outdoor dining si intendono i tavolini sui marciapiedi, certo, ma anche strutture – sheds – che si sono evolute in alcuni casi in gigantesche capanne di legno riscaldate. In altri casi sono diventate delle tende di plastica tipo igloo. In altri ancora delle serre, a seconda della creatività dei singoli. Nel 2021, finita l’emergenza stretta, si è incominciato a discutere di cosa fare di tutte queste strutture, a volte anche imponenti. Seppur amato dalla maggioranza dei cittadini, l’outdoor dining ha avuto anche molti detrattori, soprattutto tra chi abita downtown dove le strade sono strette, i palazzi sono più bassi e la gente non ne poteva più degli schiamazzi e del casino proveniente da sotto. Altra questione sono invece i topi: felicissimi, si sono moltiplicati come non mai, ma magari di loro parliamo in un’altra occasione che di cose da dire ce ne sono.
Tornando alla questione principale: a fine 2021 il Comune ha presentato un progetto per rendere l’outdoor dining permanente, alcune associazioni di cittadini hanno però protestato, un ristretto gruppo ha addirittura denunciato la città e insomma l’argomento è diventato alquanto spinoso, con il sindaco Eric Adams che si è sempre detto favorevole a mantenerlo tutto l’anno. Oggi è finalmente passato il disegno di legge per creare un sistema di licenze che consenta ai ristoranti di utilizzare le strutture all'aperto stagionalmente, da aprile a novembre. I ristoranti potranno chiedere una licenza per partecipare all’outdoor dining e le tariffe saranno basate sulla posizione e sulla metratura. I tavolini sul marciapiede sono invece consentiti tutto l'anno, con tariffe inferiori rispetto alle licenze simili prima della pandemia. La nuova legge richiede ai ristoranti di smantellare le strutture all'aperto lungo la strada durante i mesi invernali. Lo so che a noi europei l’outdoor dining sembra banale, ma per NYC è qualcosa di diverso e di nuovo: prima della pandemia non erano tantissimi i ristoranti che avevano i tavolini fuori e soprattutto erano limitati ad alcune zone, mentre una cosa che tutti hanno riconosciuto di positivo è che questa svolta ha riguardato tutti e cinque i distretti: nel Bronx pare si sia passati da 30 a 300 ristoranti con tavoli fuori.
PS Siccome la scorsa settimana è stato il mio compleanno, vi lascio una mini lista di ristoranti di Manhattan che a me piacciono e in cui in anni passati io e Dan abbiamo festeggiato
Keens: super storica steakhouse che però è famosa anche per l’aragosta che ti scegli dalla vasca (vedi foto), interni stupendi, atmosfera vecchia NY
Gallagher: altra storica steakhouse, bancone spettacolare e drink ottimi (leggi: mi ci sono ubriacata parecchie volte)
ABC Kitchen: uno dei ristoranti di Jean-Georges Vongerichten, questo è dentro a uno stupendo negozio di mobili (una volta al piano dei tappeti ci vidi Johnny Depp e Amber Heard, prima di tutto il casino)
Locanda Verde: il ristorante di Robert De Niro a Tribeca. Io e Dan ci siamo andati a festeggiare dopo esserci sposati in comune nell’aprile del 2016
Buddakan: spettacolare ristorante asiatico ahimè diventato super turistico dopo che in Sex & The City Carrie e Big fanno qui la cena prima delle nozze poi andate a monte.
Hanjan: ristorante Koreano sede del nostro primo appuntamento (aggiungere sospiro)
The Smith: catena di ristoranti con cibo buono in cui ultimamente andiamo spesso perché sono molto kids friendly
Io per nulla! Vivo sempre su un fuso orario diverso dal mio, direi sudamericano 😄ma mi adatto sempre ai luoghi dove vado e poi se sono in vacanza ho fame ogni 3 ore 😂 grazie di tutti i suggerimenti. Ho festeggiato il mio 50mo compleanno da Raoul’s , sembrava di essere in un film di Woody Allen …l’ho adorato!
Anche io sono una fan della cena presto, e non ho neanche una Ella come scusa 🤣
Ma ci sono ristoranti dog friendly? Ultima volta che sono stata Agosto 2020 non mi pareva.
E cosa è successo alla guerra ai ratti? Ho visto che Chicago ha vinto il primato ma anche NY non scherza 😅