Se è vero quello che dicono - il trasloco è uno degli eventi più stressanti della vita - allora i newyorkesi sono stressatissimi. Io lo sono di sicuro. Da quando abito stabilmente a New York – quindi senza contare tutti gli Airbnb transitori – ho già cambiato sei case. Dal gennaio 2014 a oggi fanno quindi cinque traslochi, senza contare quello da Milano. Non è poco, ma mi sento di dire che è in media con il resto della popolazione che vive qui. I motivi per cui a NYC si cambia casa spesso sono vari. Uno ha sicuramente a che vedere con le fasi della vita, altri con la disponibilità economica e anche con la fortuna (o sfortuna). Siccome i quartieri della città sono molto diversi tra loro, spesso si cambia casa perché si vuole cambiare stile di vita, perché si hanno altre priorità, perché si vuole più spazio, perché si hanno figli e si vuole vivere in una zona con buone scuole. Generalizzando si può schematizzare così: a venti anni si tende ad abitare downtown, sotto la 14esima strada, magari nell’East Village, nel Lower East Side, in Alphabet City, tutti quartieri che offrono molto in tema di divertimento – ristoranti, bar, locali etc – e dove si trovano ancora appartamenti non a prezzi stratosferici, soprattutto se in condivisione. Per gli stessi motivi, fuori da Manhattan i ventenni possono abitare a Bushwick, il quartiere di Brooklyn che ha sostituto Williamsburg diventato troppo caro. Single sui 30 anni con buona disponibilità economica abitano nel West Village, a Tribeca, a Chelsea, a Long Island City oppure a Williamsburg o a Greenpoint. Una famiglia con figli sceglie l’Upper West Side, l’Upper East Side, Tribeca (se è una famiglia ricca) oppure si sposta a Brooklyn in Park Slope, Brooklyn Heights, Carroll Gardens oppure a Harlem o nel Queens. Le famiglie che quando hanno figli decidono di lasciare New York si trasferiscono nel Connecticut dove ci sono ottime scuole oppure nel New Jersey, dove le case costano meno e c’è più spazio. Io stessa ho fatto un percorso simile: arrivata a New York da single, il primo appartamento che ho affittato è stato sulla 14esima strada all’angolo con la nova avenue, tecnicamente nel Meatpacking District.
Chiamarlo appartamento è generoso: era una stanza con bagno e angolo cottura, piccola, ma molto carina e incredibilmente silenziosa pur essendo al secondo piano e soprattutto in una posizione pazzesca. Da lì mi sono spostata (di poco) nel West Village, nella meravigliosa Horatio Street, dove un amico mi aveva lasciato la sua ampia one bedroom in subaffitto a un prezzo molto generoso (con il mio stipendio non avrei mai potuto affittare in quella zona a prezzo di mercato). Da lì sono andata a vivere a casa di Dan nel Flatiron District, proprio davanti a Madison Square Park, in un appartamento piccolino, ma in un palazzo molto bello con la palestra e con una vista sull’Empire State Building pazzesca.
Una volta sposati e con la necessità di aver più spazio e non potendoci permettere una stanza con due camere da letto nella stessa zona, io e Dan abbiamo iniziato a considerare altri quartieri, l’Upper West Side e Carrol Gardens a Park Slope a Brooklyn che in quel momento erano più abbordabili. In realtà a Brooklyn non ci siamo mai arrivati perché il terzo appartamento che abbiamo visto nell’Upper West Side – sulla 69esima angolo Columbus Avenue – lo abbiamo preso. Durante la pandemia, dopo l’arrivo di Ella e visto che gli affitti erano scesi, abbiamo deciso di spostarci in un appartamento in un palazzo più moderno e con qualche comodità in più – l’aria condizionata, ad esempio, che Dan smaniava di avere. A aprile di quest’anno, dopo due anni e per volere della padrona di casa, siamo stati costretti a lasciare l’appartamento, ma alla fine siamo finiti in un identico nello stesso palazzo, cinque piani sotto a quello dove stavamo.
Cercare casa a New York è un processo complicato e faticoso quasi come una disciplina olimpica. Siccome la richiesta è enorme, le case stanno sul mercato pochissimo e la competizione è serrata. Quando si va a vedere una casa - più o meno un mese prima del trasferimento, prima non ha senso data la velocità del mercato - bisogna essere molto rapidi: alle volte la si vede una volta sola e poi bisogna decidere subito, fare subito un’offerta, se no c’è il rischio che qualcun altro se la prenda. Fare l’offerta significa anche presentare tutta una serie di documenti per dimostrare che si hanno i soldi per sostenere l’affitto: molti padroni di casa, ad esempio, chiedono uno stipendio annuo che sia X volte l’affitto. Il valore della X può variare, ma può anche essere molto alto, pari a 40 ovvero lo stipendio annuo deve essere 40 volte l’affitto. Se l’offerta è accettata per stipulare il contratto bisogna versare il primo mese e di solito uno di caparra, se si ha il cane è possibile che venga richiesta una ulteriore caparra a garanzia che il cane non distrugga l’appartamento, se si è usato un agente immobiliare può capitare che si debba pagare anche la sua quota (per gli appartamenti “no fee” la quota all’agente la paga il proprietario). Gli affitti, poi, e qui viene il bello, sono di solito di 12 mesi, al massimo 24, oppure di 12 con la clausola che si può rinnovare il contratto per un altro anno allo stesso prezzo, ma non esiste niente di paragonabile al nostro equo canone e ai nostri 4 + 4 anni. Il che significa che dopo un anno – o dopo due – il proprietario può aumentarti l’affitto. Di quanto? Questo dipende dal tipo di contratto e di appartamento. Se il contratto è a prezzo di mercato, il proprietario può aumentare di quanto vuole, non c’è limite, sta all’onestà e al suo buon cuore. Se invece l’appartamento è un rent-regulated ci sono dei limiti stabiliti per legge. Gli appartamenti rent-regulated si dividono ulteriormente in due tipi: rent-stabilized e rent-controlled. I primi sono appartamenti in edifici di sei o più unità costruiti tra il 1947 e il 1974 oppure edifici con tre o più appartamenti costruiti o ampiamente ristrutturati a partire dal 1974 con alcuni benefici fiscali. Per questi appartamenti la legge più recente limita l'importo di cui un proprietario può aumentare l'affitto ogni anno. Nel giugno del 2022 si è stabilito che è del 3,25% per i contratti di locazione di un anno e del 5% per i contratti di locazione di due anni. Gli appartamenti rent- controlled sono invece uno di quei miti metropolitani di cui si sente sempre parlare, ma che in pochissimi hanno visto con i propri occhi. Si calcola che a NYC ne siamo rimasti solo 16 mila. Per qualificarsi come rent-controlled un appartamento deve essere stato costruito prima del 1947 e essere abitato dallo stesso inquilino - o da un membro della famiglia che è succeduto nell'appartamento - ininterrottamente dal 1 luglio 1971. In altre parole significa che gli appartamenti rent-controlled sono tutti appartamenti vecchi, dove vivono anziani – o i loro nipoti - che pagano affitti rimasti fissi agli Anni 70, a volte anche di poche centinaia di dollari al mese. Quando un appartamento a canone controllato diventa libero, diventa automaticamente rent-stabilized, tranne negli edifici con meno di sei unità, dove di solito non è regolato. Questo è anche il motivo per cui il numero di appartamenti rent-controlled è così basso: quando l’inquilino muore o se ne va, l’unità rientra nel mercato sotto altra forma. Il risultato è che in palazzi vecchi c’è spesso un misto di diversi tipi di appartamenti il che, in termini pratici, significa che tu inquilino puoi trovarti a pagare un affitto a prezzo di mercato di tre mila dollari al mese e il tuo vicino di casa, il vecchietto del 4B, magari ne paga 300.
Per quanto sia stressante, cercare casa a NYC è anche a suo modo divertente. Le app che si usano sono due: Zillow e Streeteasy. Sono entrambe fatte molto bene, ma sono anche pericolose nel senso che danno dipendenza. Lo scorso gennaio ho passato notti a guardare foto di appartamenti, con il cellulare sotto le coperte per non dare fastidio a Dan che dormiva accanto, bello sereno. Lui mi prendevo in giro dicendo che ero ormai dipendente al “real estate porn”. Un po’ aveva ragione. Per smettere ho dovuto eliminare le app dal cellulare perché se no la tentazione era troppo forte. D’altronde ora stiamo bene dove siamo, ma non è detto che non ci sposteremo ancora. La volontà è di restare nella stessa zona, perché qui intorno ci sono ottime scuole pubbliche per Ella e perché in questi anni ci siamo letteralmente innamorati dell’Upper West Side. Una parte di me vorrebbe tanto riuscire a comprare, cosa al momento impossibile visti i prezzi troppo alti: per il tipo di casa che serve a noi, nella zona che ci piace, non si trova niente per meno di 1 milione e 200 mila dollari. Senza contare i tassi di interesse sui mutui che ora sono molto alti. Potremmo comprare in un’altra zona, fuori Manhattan, e non è detto che non lo faremo: sono tutte decisioni da valutare tra qualche anno, quando Ella inizierà la scuola elementare. Per ora preferiamo stare in affitto in un appartamento e in un quartiere che ci fa felici. E quando io per qualche ragione non riesco a dormire, di notte basta che apro di nuovo Streeteasy e allora sì che ricomincio a sognare.
Capisco benissimo, sia la tragedia degli affitti che della dipendenza da app. In UK esiste Zoopla (che tra l’altro è di proprietà del Daily mail = Murdoch) dove passo ore. Un’altra, per case di design, è The Modern House. Io ho cambiato casa 6 volte in 10 anni qui 🥲
Leggere il tuo articolo ha reso l’esperienza “cercare una casa in affitto a Bologna” una questione da principianti! 😂