Odiavo Halloween. Ora lo amo.
Quattro feste, tre cambi di costume e una infinità di caramelle dopo posso dire che viverlo a NYC attraverso gli occhi di una bambina mi ha fatto cambiare idea.
Non ho mai amato Halloween, anzi l’ho sempre detestato. Ho sempre pensato fosse una festa cretina, un modo sciocco di divertirsi, un figlio ancora più stupido del Carnevale, che già odiavo. Fino a quando non sono venuta a vivere a New York. Ecco, vissuto qui Halloween acquista tutto un altro senso. Lo so cosa state pensando: mi sono americanizzata, che per alcuni equivale a rincretinita. Può essere, certo, ma c’è di più. C’è che Halloween qui è una festa che esalta una delle cose in cui i newyorkesi sono bravissimi, una di quelle cose che rende New York un posto così speciale, pur con tutti i suoi difetti: lo spirito di community. Quando io e Dan ci siamo trasferiti nell’Upper West Side e siamo finiti sulla 69esima strada non sapevamo nulla del quartiere. Di certo non sapevamo che la west 69esima è una di quelle strade che si è riunita in associazione. Significa che un gruppo di residenti si è messo insieme per tenere vivo lo spirito di comunità che ha sempre caratterizzato questa via, organizzando quindi eventi in cui i residenti si possono incontrare tra di loro – il caffè sui gradini un sabato mattina al mese: bisogna portarsi la proprio tazza, caffè e brioche sono gratis - , facendo fare del merchandising, organizzando turni per piantare i fiori in primavera e bagnare le piante quando serve, e ovviamente organizzare le decorazioni per Halloween e la distribuzione di dolcetti ai bambini. La west 69 street nel tratto che va da Central Park West fino a Broadway è una di quelle strade – sono in realtà due blocks – che sotto Halloween si trasforma. Ogni palazzo viene decorato, e quando dico decorato non intendo due ragnatele e via, intendo decorazioni elaborate e spettacolari. La sera del 31 ottobre dalle 18 alle 22 la strada viene chiusa al traffico e c’è una vera e propria festa popolare, con gruppi che suonano, acrobati, animazione, gente di tutti i tipi mascherata e con ovviamente orde di bambini che vanno di palazzo in palazzo a raccogliere caramelle. A NYC ci sono anche feste private pazzesche con celebrity e red carpet come ad esempio quella che ogni anno ospita Heidi Klun e c’è anche la famosissima parade nel Village con centinaia di persone e costumi complicatissimi e il flash mob sulle note di Thriller di Michael Jackson, ma c’è anche una dimensione più piccola, di quartiere, dove per una sera tutto si ferma e i cittadini diventano padroni della strada, dove tanti costumi sono fatti in casa, dove ognuno dà sfogo alla propria creatività e fantasia. Ed è questo l’Halloween che ho imparato ad amare.
Il primo Halloween sulla 69esima strada io e Dan lo abbiamo vissuto da osservatori. Il secondo abbiamo aiutato a decorare l’androne del palazzo e abbiamo distribuito caramelle ai bambini. Il terzo è stato quello della pandemia, quindi senza festa. Al quarto avevamo Ella e tutto è cambiato. Vedere Halloween attraverso gli occhi di un bambino è la svolta. I bambini adorano Halloween e tutto quello che fa paura ed è macabro. Credo di non sbagliare dicendo che una delle prime parole che Ella ha imparato è stata “spooky”. Il suo colore preferito è il viola. Con lei, Halloween è diventato divertente, qualcosa a cui partecipare, non più solo osservare. E se l’anno scorso e quello prima il suo costume l’avevo scelto io, quest’anno è stata lei a sceglierlo e non c’è stato verso di farle cambiare idea. Anzi, devo dire costumi, al plurale, perché ne ha cambiati tre. Halloween qui ormai dura quasi una settimana, con una serie di eventi sociali per bambini da fare invidia alla settimana degli Oscar. Il primo in assoluto è la sfilata dei cani. Quella ufficiale, famosissima, che nel giro di pochi anni è passata da un evento per pochi a centinaia di persone, è quella che si svolge nell’East Village. È lì che si vedono follie vere. Negli ultimi due anni nel suo piccolo anche l’Upper West Side ha organizzato il trick or treat per cani, con molti negozi di Columbus Avenue nel tratto dalla 69 esima alla 73 esima strada che hanno aderito e che la sera del 26 ottobre si sono messi fuori dalle porte a dare via i biscottini. Noi abbiamo portato Ugo vestito da fantasma perché così aveva deciso Ella quando ancora voleva vestirsi anche lei da fantasma, salvo poi cambiare idea dopo tre minuti con il costume da fantasma addosso urlando che non le piaceva e voleva essere qualcos’altro (ah la pazienza che ci vuole con i treenni).
Il secondo evento a cui abbiamo partecipato è stata la festa a scuola di Ella, sabato mattina 28 ottobre. Lì è andata mascherata da Owlette, un personaggio di PJ Masks, cartone animato di cui è al momento ossessionata (ma potrebbe non esserlo più nel momento in cui leggete questa newsletter: ah la coerenza dei treenni). Da veri genitori pappamolla che si scelgono appena la figlia fa un sorriso, io e Dan quest’anno abbiamo persino ceduto e quindi ci siamo mascherati anche noi, noi che fino a qualche anno fa detestavamo tutto questo (ah, il rincoglionimento dei genitori dei treenni). Dan si è vestito da Gekko, un altro personaggio di Pj Masks. Io da ape: siccome Ella detesta ma al tempo stesso è ossessionata dagli insetti in quel rapporto di amore e odio che spesso si ha con le cose che ci fanno paura ma che al tempo stesso ci affascinano, ho pensato fosse divertente questa similitudine simbolica. Il terzo evento è stata un’altra festa all’Irish Culture Institue: in questa occasione io sono rimasta a casa, Dan è andato in abiti normali e Ella ha indossato il costume da streghetta che aveva già indossato l’anno scorso alla festa a scuola (e che l’anno scorso le andava largo). E veniamo alla serata del 31 ottobre, l’evento ufficiale. Siccome Ella è stata per parecchio tempo ossessionata anche dal libro di Vampirina, le avevo ordinato su Amazon anche il costume da Vampirina nel caso volesse quello. Un po’ ci speravo, perché a me piace di più rispetto a quello da Owlette. Ovviamente non c’è stato verso e il 31 da voluto rifare Owlette, con Dan che ha rifatto Gekko e con io che ho rimesso il costume da ape (da notare che il giorno della festa a scuola c’erano 26 gradi, il giorno della festa in strada 10).
Quattro feste, tre costumi e un numero imprecisato di caramelle dopo, Halloween 2023 è ufficialmente archiviato. Ci siamo divertiti, ma soprattutto si è divertita Ella: quando, martedì pomeriggio, io e Dan siamo andati a prenderla a scuola già in maschera perché poi andavamo direttamente alla festa sulla 69esima, l’espressione sul suo volto quando ci ha visto e la corsa che ha fatto verso di noi urlando mommy! Daddy!, beh quel momento è valso per tutti gli Halloween, quelli che non ho mai festeggiato e quelli che da qui in avanti festeggerò con lei, per lei.
che bella cosa questa costituzione in associazione ed i caffe´ "in strada" per far incontrare la gente, io vivo in Liguria, dove purtroppo il senso di comunita´ e´davvero scarso (per usare un eufemismo), i vicini a stento si salutano, mi piacerebbe tanto fare una cosa del genere qui da noi, chissa´...ora ci penso...magari li scalfisco ;-)