Passare la fine del 2024 a dare risponde, che poi non sono altro che domande sul 2025
E comunque Buon Anno a tutti!
Di seguito la seconda parte delle risposte alle domande arrivate su Instagram. Rispondendo mi sono resa conto che la maggior pare erano in realtà richieste di previsioni sul 2025 e mi sembra indicativo del clima di incertezza che c’è un po’ ovunque, questa sensazione di essere in balia, appesi a un filo. E proprio per questo io alla fine ho una curiosità pazzesca di vedere come sarà il 2025.
Dan, ti preoccupa di più Trump o Musk?
Dan: Musk. Trump on quanto presidente sa che è tenuto responsabile delle sue azioni, ha un sistema di check and balance che in qualche modo lo controlla, oltre al fatto che deve rispondere in termini politici delle sue azioni (detto altrimenti: i repubblicani potrebbero perdere la Camera nelle elezioni di metà mandato del 2026). Musk ha un potere enorme, un megafono mondiale e non deve rendere conto a nessuno, non ha nessun controllo.
Cosa pensa Dan del massacro di civili a Gaza e della politica di guerra di Israele?
Dan: È una tragedia terribile ed è la dimostrazione di cosa succede quando i paesi sono guidati da leader motivati solo dal potere personale e non da cosa sia meglio per la popolazione. Hamas ha dimostrato più volte che è più interessato ad ammazzare ebrei che a fare il bene dei palestinesi. Netanyahu ha dimostrato più volte che a lui interessa di più rimanere al potere ed evitare la galera che proteggere gli interessi degli israeliani sul lungo termine. L’unica speranza per la pace è di rimuovere Hamas dal potere e di avere un governo legittimo in Gaza e di rimuovere Netanyahu e sostituirlo con qualcuno che rispetta la volontà dei palestinesi alla propria indipendenza.
Cosa pensa Dan di Pete Buttigieg in prospettiva per il partito democratico?
Dan: Ho grande ammirazione per Buttigieg, grande comunicatore e un grande risorsa per il partito, ma fino ad ora è chiaro che il suo appeal è limitato alla categoria dei progressisti bianchi, per diventare un serio contendente alla candidatura per la presidenza deve dimostrare che può vincere i voti dei neri e della working class.
Vorrei chiedere a Dan come sente il clima antisemita verso gli ebrei rispetto a un anno fa.
Dan: Difficile dire se è peggio, ma la situazione è brutta e non accenna a migliorare. Quello che davvero è preoccupante è che ci sono sacche di antisemitismo sia all’estrema destra che all’estrema sinistra.
Siete in apprensione per l’aviaria e per come il governo la gestisce?
Al momento no perché comunque l’amministrazione Biden segue la scienza e ascolta gli esperti, ma se davvero Robert Kennedy Jr diventa ministro della salute la preoccupazione c’è, e in generale c’è la preoccupazione che sia Trump a dover guidare una nuova possibile pandemia o comunque una emergenza sanitaria visto come ha gestito quella di Covid.
Mi piacerebbe sapere di più sul quartiere di Williamsburg a Brooklyn.
Nel passato Williamsburg era un quartiere molto giovane, di artisti, studenti, creativi, ma la gentrificazione ha colpito durissimo e adesso è un quartiere molto caro che spesso quelli che l’hanno reso famoso non si possono più permettere. Personalmente io non ci vivrei, mi sembra comunque troppo giovane e cool per me, mi sentirei vecchia e fuori posto, ma esteticamente non c’è dubbio che sia un bel quartiere e che al qualità della vita sia buona.
Avete accantonato l’idea di trasferirvi? A quando un nuovo libro?
In realtà un progetto serio di trasferirci non lo abbiamo mai avuto, oggi con Ella è fuori discussione, almeno per l’immediato futuro. A un altro libro ci pensiamo eccome, ma sono onesta: fino a oggi non ci siamo mai messi davvero perché abbiamo paura che possa rappresentare una ulteriore fonte di tensione tra di noi. Chi ha figli lo sa quanto possa essere difficile per la coppia, soprattutto all’età di Ella. Noi non siamo diversi, da quando c’è Ella è indubbio che litighiamo di più e che siamo a volte meno tolleranti l’uno con l’altro anche solo perché semplicemente più stanchi. Però ci pensiamo, eccome se ci pensiamo. Magari nel 2025…
Mi hanno trovato un cancro al seno, so che ci sei passata anche tu. Si supera psicologicamente?
Assolutamente sì. A parte che il cancro al seno può essere diverso da persona a persona e io sono stata molto fortunata, ne ho avuto uno molto “facile”, detto questo anche io all’inizio ero convinta che me lo sarei portato sempre dietro, anche e sarei guarita. A dieci anni di distanza posso affermare che me lo sono dimenticato: faccio i controlli, sto attenta, magari reagisco con più apprensione appena non sto bene perché penso che il cancro possa essere tornato, ma non sono “psicologicamente invalida”, ecco.
Tradizione anche culinarie natalizie nelle famiglie medie.
A senso direi che le famiglie seguono le tradizioni delle loro origini per cui famiglie con antenati italiani seguiranno quelle italiane, quelli irlandesi quelle irlandesi e così via. Al momento non mi viene in mente nessuna tradizione particolarmente americana se non quella degli addobbi esagerati come quelli di Dyker Heights.
Hotel carino nella zona uptown per venire a NY in primavera?
Sono la persona meno indicata per dare consigli sugli alberghi: quando venivo qui prima di trasferirmi andavo sempre in casa trovate su AirBnB e le volte che sono venuta in Usa e ho dormito in albergo era perché ero per lavoro quindi pagato e quindi spesso in alberghi che non mi sarei certo potuta permettere avessi dovuto pagare io. Una volta a Los Angeles non mi ricordo più per che lavoro ho dormito al Bel Air Hotel e ancora me lo sogno! In zona mia ci sono alcuni alberghi carini, ma temo che i prezzi siano molto alti.
New York a Natale è così magica come si vede nei film?
New York è magica sempre, ma credo che certi film non facciano vedere la parte spaventosa, crudele, terrificante che è quella della povertà o della sporcizia causata dall’inciviltà e dall’ignoranza. New York City è anche questo, chi vive qui lo sa, ci è abituato e anzi direi che lo sforzo è quello di non rimanere insensibili. O almeno questo è il lavoro che cerco di fare quotidianamente su me stessa: rimanere vigile e anche offesa dagli sprechi, dalle ineguaglianze, dall’avidità e da una società che a volte sembra spietata con i più deboli. Poi in realtà non lo è, a NYC ci sono tante iniziative e aiuti per le categorie economicamente più deboli - dai senzatetto agli immigrati appena arrivati - dagli shelter ai posti dove possono mangiare gratis a dove possono andare a prendere i vestiti, ma a parte che non è mai abbastanza, il problema è che qui si raggiungono estremi che in Italia, ad esempio, sicuramente non vediamo, mentre qui ce li hai proprio davanti agli occhi ogni giorno, più volte al giorno.