Vi presento Harrison Butker
Tra lui e P Diddy è stata una settimana difficile per le donne americane
Se non sapete chi è Harrison Butker non vi preoccupate: fino a qualche giorno fa non lo sapevo neanche io. Poi, sabato scorso, ha fatto una cosa per cui è diventato l’uomo più discusso d’America, almeno fino a ieri, quando poi è arrivato P Diddy a scalzarlo dal podio, ma a lui ci arriviamo dopo. Butker, dicevamo: 28 anni, sposato, due figli, è un giocatore di football – posizione kicker, cioè quello che tira i calci – per la squadra dei Kansas Chiefs, la stessa nella quale milita Travis Kelce, ormai noto come fidanzato di Taylor Swift (i due sono a Como, tra l’altro). Quello che succede è che Butker sabato scorso viene chiamato a fare il commencement speech presso il Benedictine College, scuola privata di Atchinson, Kansas. E qui viene il bello. Per chi non lo sapesse, il commencement speech è il discorso che un personaggio famoso e di successo – spesso con qualche legame con l’istituzione in cui va a parlare, ma a volte anche no - fa agli studenti nel giorno della cerimonia di laurea. È un momento molto solenne, che gli studenti ricorderanno tutta la vita, e per chi viene chiamato a fare il discorso è un onore che viene preso molto sul serio. Il commencement speech forse più celebre e citato è quello che Steve Jobs fece nel 2005 a Stanford, il famoso “stay hungry, stay foolish” diventato poi virale il giorno della sua morte. Non tutti i commencement speaker sono così famosi, ma molti lo sono e possono essere di varia natura: imprenditori, scienziati, politici, personaggi dello spettacolo, sportivi, insomma non c’è limite. È anche chiaro che ogni speaker parla di quello che vuole, lancia il messaggio che vuole che di solito è in linea con i valori che l’università in questione vuole trasmettere e che comunque si mantiene sempre su livelli positivi e motivazionali. Quello dato da Butker è quindi un discorso del tutto legittimo, basato su principi in cui lui crede, magari però più adatto a un comizio che a un momento come quello, con centinaia di studenti e studentesse in procinto di iniziare la vita vera. Perché quello che a un certo punto ha detto, non si può raccontare in altro modo se non facendo riferimento a Handmaid's Tale. In sostanza, rivolgendosi direttamente alle studentesse, ha detto che a loro è stata raccontata la bugia più grande, quella per la quale la realizzazione passa attraverso la carriera quando si sa che per una donna la vera felicità è nel matrimonio e nel mettere al mondo dei figli. La prova? Sua moglie, Isabel, che ha rinunciato a qualsiasi realizzazione personale per lui e per la famiglia e che oggi non potrebbe essere più felice. Non solo, nel suo discorso Butker se la prende con i gay, con gli ebrei, con Biden colpevole di essere un cattolico che però sostiene l’aborto. Se la prende con la IVF, con la maternità surrogata, con l’eutanasia, con quella che lui chiama l’evirazione culturale degli uomini: “In quanto uomini, diamo il tono della cultura e quando questo è assente si instaurano disordine, disfunzione e caos. Questa assenza di uomini in casa è ciò che gioca un ruolo importante nella violenza che vediamo in tutta la nazione. Sii impenitente nella tua mascolinità, lottando contro l’evirazione culturale degli uomini”. Ebbene sì, ogni paese ha il Vannacci che si merita.

Rimbalzato ovunque, ripreso da tutti, il discorso di Harrison Butker è stato accolto da commenti increduli e sdegnati, massacrato dalle femministe, criticato dagli stessi studenti presenti che si sono sentiti a disagio. Persino la NFL, la lega del football americano, non esattamente un’istituzione femminista e progressista, si è sentita in dovere di prendere le distanze e ha divulgato un comunicato ufficiale in cui dice che Butker ha parlato a titolo personale e che le sue idee non riflettono quelle della lega. E ci credo: uno degli obiettivi ai quali la la NFL sta lavorando da tempo è di portare più donne a seguire il football, cosa che l’arrivo di Taylor Swift – e le centinaia di migliaia di sue fan – aveva incominciato a garantire e che un discorso misogino e maschilista come questo rischia di rovinare. Nel momento in cui scrivo, la squadra dei Kansas Chiefs non ha preso alcuna posizione né commentato ufficialmente, ma intanto è partita la petizione per chiedere ai Chiefs di disfarsene. Ovviamente non se ne farà niente: molto vicino al senatore super conservatore Josh Hawley, Butker in fondo non ha fatto altro che ripetere i punti chiave su cui i repubblicani stanno convergendo, in una visione dell’America sempre più bianca e conservatrice, e in cui le donne stanno possibilmente a casa a fare figli, private del diritto di abortire e tra poco, chissà, anche a quello di servirsi degli anticoncezionali, secondo alcuni il prossimo obiettivo dei conservatori. Vengono i brividi solo a pensarci.

Il primato di Harrison Butker come uomo più odiato dalle donne americane è durato però poco. Venerdì è stato sostituito da P Diddy, rapper, musicista, imprenditore, produttore, stilista insomma icona assoluta della musica nonché personaggio al limite, con un rapporto con la giustizia complicato. Tralasciando tutte le altre grane che lo riguardano, Diddy di recente è stato accusato da ben cinque donne di violenze varie, dalle percosse allo stupro, per fatti che risalgono alla fine degli Anni 90 e l’inizio dei 2000. Accuse gravi, che lui ha negato, ma che avevano già portato alcune aziende a rompere i rapporti, mentre a marzo il dipartimento della Homeland Security faceva irruzione nelle sue case di Los Angeles e Miami alla ricerca di prove. Tra le accuse più gravi quella portata avanti a novembre 2023 da Cassie Ventura, con la quale Diddy ha avuto una relazione a lungo termine, e poi risolta tramite un accordo privato (leggi: pagamento di molti soldi alla presunta vittima), con conseguente archiviazione del caso. Questo fino a venerdì, appunto, quando prima CNN e poi via via tutti gli altri network hanno messo in rete un video del 2016 ripreso dalle telecamere di sicurezza di un albergo di Los Angeles in cui si vede chiaramente Diddy strattonare e tirare per i capelli e poi, quando è già per terra, prendere a calci Cassie Ventura, mentre questa cerca di scappare da lui. Sono immagini durissime, talmente disturbanti da provocare quasi nausea, e lo dice una che non sta mai male di stomaco.

Sono immagini che decretano non solo la fine della carriera di P Diddy, ma che, come in casi simili, ci costringono a una riflessione triste su quanto sia marcio un sistema che protegge gli uomini violenti così a lungo, che gli permette di avere soldi e ricchezza e zero conseguenze, che se non glorifica la violenza sulle donne comunque la tollera o fa finta di non vederla. In fondo ci sono voluti solo otto anni perché qualcuno trovasse il coraggio di rendere pubblico il video che inchioda Diddy alle sue colpe, lui che, sdegnato, solo a dicembre giurava di essere innocente e che le accuse contro di lui erano tutte inventate e che, ironia della sorte, scriveva tutto questo in un post su Instagram intitolato “quando è troppo, è troppo”.
Ho varie domande:
1. Le posizioni di Butker non erano conosciute prima che fosse invitato? 2. Le università non ricevono il testo dello speech per leggerlo? 3. Ritieni davvero che la carriera di P. Diddy finirà? Anche senza l'appoggio delle mayor non ha comunque abbastanza denaro e seguito per prodursi e distribuire i suoi dischi (tra l'altro, sono ignorante su di lui, ma immagino che uno come lui abbia la sua etichetta discografica)? Specialmente quando una grossa fetta della popolazione vede purtroppo in azioni di quel tipo modelli da seguire.